Giovedì 15 Aprile - 17:32

Ieri è nato il comitato per la gestione dei fondi pro-Agitu, presieduto dal notaio e presidente del consiglio comunale di Trento Paolo Piccoli. Sono 105 mila euro i fondi donati da 3400 sottoscrittori all'indomani dell'omicidio di Ideo Gudeta Agitu, la pastora etiope meglio conosciuta come Agi, fondatrice de "la capra felice", un allevamento a salvaguardia della capra pezzata mochena. La raccolta fondi aveva due obiettivi: rimpatriare la salma e dare un futuro a "la capra felice" anche senza Agitu. Inizialmente le capre erano state affidate a una giovanissima pastora in val dei mocheni, Beatrice Zott, in seguito le 86 capre di Agitu erano state distribuite tra gli allevatori trentini. In quel caso il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, aveva parlato di un periodo di 6 mesi prima di riunire il gregge, per evitare che le capre diventassero troppo numerose per la stalla di Frassilongo, visto che in buona parte erano gravide, ed affrontare in breve tempo il problema delle basse temperature, che avevano congelato l'acqua destinata all'allevamento. Ad oggi però ancora è incerto il futuro delle capre di Agitu. Diversi gli impedimenti alla possibilità che vengano riunite secondo Ianeselli: logistiche, perchè non è stato individuato nessuno che possa prendere il posto della pastora, ma anche legate all'azienda stessa - mancherebbe infatti ancora all'appello l'inventario del patrimonio aziendale. Paolo Piccoli, presidente del comitato che gestirà i fondi, aspetta dalla curatrice dell'eredità giacente, l'avvocata Mariarosa Molinari, la conferma che si possa proseguire con l'attività. In caso contrario, il comitato dovrà chiedere a chi ha aderito alla raccolta fondi di confermare la donazione di fronte a un nuovo progetto che, anche se in memoria di Agitu, non avrà più niente a che fare con "la capra felice". Tra le ipotesi un documentario sulla vita di Agitu o un fondo di sostegno alle altre pastore che lavorano in Trentino.